Il Cambiamento e la Paura

Paura e Cambiamento

Siamo ormai entrati nella fase del cambiamento, detta fase II. Tutto è iniziato molti mesi fa, quando improvvisamente la paura di un nemico che sembrava lontano ci ha procurato un profondo disagio. Questa paura ci ha gettato nell’angoscia e nello sconforto. Abbiamo cominciato a temere il nostro vicino, i nostri amici, i nostri famigliari. Tutti, compresi noi, potevamo essere la causa e l’origine della trasmissione del virus. Distanziarci ci ha permesso di rafforzare i confini con l’esterno, aumentando il nostro senso di protezione e diminuendo quel senso di angoscia persecutoria e di paura che derivava dalla società e dall’individuo. Piano piano abbiamo sentito di aver perso quello che c’era prima. Abbiamo perso le nostre vecchie abitudini e routine, ne abbiamo dovute acquisire di nuove. Tutto questo ha prodotto un profondo cambiamento. Un cambiamento dentro di Noi e nelle relazioni con gli Altri.

Il cambiamento porta con sé il pensiero che nulla sarà come prima. Forse bisognerebbe ricordare come era la società in cui abbiamo vissuto fino a poco tempo fa. Una società in cui tutto veniva consumato velocemente, non si aveva il tempo di pensare, in cui si credeva che la libertà non avesse limiti. Come dice Recalcati la libertà non è fare ciò che si vuole, non è individualismo ma solidarietà.

Ed ecco che entriamo in una realtà diversa da quella che avevamo lasciato fuori dalle nostre case. Una realtà inaspettata e nuova. Ci sono persone che temono che qualcosa di drammatico possa ancora accadere. Persone che cercano di procedere in punta di piedi, senza anticipare i tempi. Queste persone cercano di abituarsi ai cambiamenti, assaggiano le trasformazioni, si adattano alle nuove regole del vivere insieme. Altri invece sembrano essersi svegliati da un torpore e non si rendono conto di quello che è accaduto intorno a loro, sono pronti a ripartire senza volgere lo sguardo indietro. Per questi individui cosa ha significato tutto ciò che è avvenuto? Sono persone che negano o non vogliono vedere? O piuttosto si sentono rassicurate al pensiero che tutto torni come prima? Questi individui tentano di ripristinare l’equilibrio precedente? Non danno un nuovo significato alle cose ma ripropongono vecchi schemi?

Ricominciare con le vecchie abitudini, tentare di ricreare le dinamiche del passato, può farci sentire più sicuri, ma il cambiamento che nel frattempo si è realizzato non può essere ignorato. Cambiamenti così sconvolgenti possono essere considerati dei traumi. I traumi sono ferite, spaccature che vanno rimarginate prima di poterle sentire parte di noi. Le ferite devono prima guarire e comunque rappresentano la separazione tra qualcosa che è avvenuto prima e qualcosa che è avvenuto dopo. A questo punto che strumenti possiamo mettere in campo per rimarginare le ferite? Come poter fronteggiare la paura, le angosce che ritorneranno a galla?

Questa può essere l’opportunità per essere meno soli e per avvicinarci agli altri. Le relazioni dovranno essere al centro dei nostri pensieri. I rapporti dovranno essere protetti e preservati. Il sospetto che l’Altro possa essere il possibile untore e la paura di far del male a chi ci sta vicino potrebbero trasformarsi in paranoia e fobia molto potenti. Rafforzare i legami presenti e costruire nuove alleanze e nuove relazioni può essere un modo per affrontare il cambiamento.

Se desiderate un supporto per affrontare le vostre paure e cominciare ad accettare positivamente i cambiamenti potete contattarmi qui, sono presente a Buccinasco o in modalità online.