Il lutto inteso come perdita di qualcuno che è stato importante per la nostra vita, rappresenta un distacco che è necessario elaborare per poter poi andare avanti. Un lutto rappresenta non solo una perdita ma anche la mancanza di qualcuno che poteva esserci e non c’è più. Per poter elaborare un lutto è necessario il tempo giusto per superarlo, l’attraversamento di diverse fasi, l’utilizzo di rituali sociali e individuali e la condivisione delle emozioni e dei sentimenti. La condivisione riesce ad accomunare e avvicinare le persone e le aiuta a costruire il futuro. Chi si separa dagli altri e rimane ancorato nel passato non evolve.
Quando si affronta il lutto non si può pensare di risolvere il tutto in poco tempo. Di solito viene considerato normale un periodo di 12-18 mesi. Se questo tempo non risulta sufficiente si parla di lutto complicato e della necessità di agire per poter sbloccare la persona e aiutarla a riemergere.
Una delle studiose più famose di questa tematica è Elisabeth Kubler-Ross. Lei, che ha lavorato a lungo con i malati terminali, ha individuato cinque fasi che si susseguono dopo il distacco:
- Negazione
- Rabbia
- Patteggiamento
- Depressione
- Accettazione
In ogni fase chi ha subito la perdita prova tutta una serie di sentimenti ed emozioni che vanno compresi e sostenuti dalle persone che sono accanto a loro. Sono fasi che come abbiamo detto necessitano di tempo e devono susseguirsi spontaneamente, senza forzare i tempi di chi attraversa questo momento difficile.
Per elaborare il lutto è necessario poter compiere dei rituali che aiutano la persona a rendersi conto che la morte è avvenuta e le permetta di salutare colui che ha amato. Vedere con i propri occhi il corpo di chi non c’è più e celebrarlo attraverso un rituale laico o religioso aiuterà a dare un ultimo saluto a chi non è più tra noi e permetterà di condividere questa esperienza con altre persone. Tutto questo è mancato in questo periodo, a causa dell’emergenza sanitaria. Le persone si sono sentite sole e abbandonate nel loro dolore. Impossibilitate non solo a condividerlo, a causa del distanziamento sociale, ma anche a vedere il corpo e a dare un ultimo saluto a chi era morto in ospedale a causa dei protocolli sanitari da rispettare.
Anche in altre situazioni, come quando una persona scompare e non si ritrova più il suo corpo, i rituali non possono essere celebrati. Ecco che si verifica la sospensione del lutto, il tempo e lo spazio risultano congelati e chi rimane resta immobile, fermo in un eterno presente. Questo non gli consente di progredire e riorganizzare la propria vita individuando scopi e obiettivi futuri. Questa sospensione non permette di attraversare le varie fasi del lutto e non permette di rassegnarsi di fronte alla morte.
Per cercare di sbloccare questo momento si potrebbe creare un rituale collettivo o personale. Ad esempio dare una festa tutti gli anni in onore di quella persona, invitando gli amici e i parenti che lo conoscevano e rievocando ricordi e aneddoti. Oppure prendere alcuni oggetti appartenuti a chi non c’è più: seppelirli o bruciarli dove possibile e piantare in quel luogo una pianta o un albero. La cura costante di quella pianta sarebbe un modo per continuare a coltivare il ricordo e metaforicamente continuare a occuparsi di colui che abbiamo perso.
Queste sono solo alcune delle possibilità che abbiamo a nostra disposizione per affrontare dei lutti. A volte, questi lutti, per diverse ragioni risultano complessi. Coinvolgere chi ci sta intorno nel nostro dolore è un modo per aiutarci. Dobbiamo evitare l’isolamento e trovare nuove risposte a dolori le cui radici potrebbero diventare sempre più profonde e difficili da sradicare.
Se avete necessità di un supporto nell’affrontare il distacco da qualcuno che avete amato potete contattarmi qui, sono presente a Buccinasco o in modalità online.